Intelligenza artificiale e democrazia. Con Polity Design, accreditata scuola di formazione di classe dirigente, abbiamo trattato alcuni degli aspetti più attuali e complessi. Condividendo con Carlo Sansone, docente ordinario di Sistemi per l’elaborazione dell’informazione e vicepresidente della Fondazione Fair, riflessioni e prospettive.
Ho affrontato alcuni interrogativi che ritengo sostanziali. In particolare: quali possibili condizionamenti sull’espressione di voto? Sussiste il rischio che possano ripetersi, seppur in altre modalità, la vicenda Cambridge Analytica? Quali tutele per evitare profilazione e persuasione di massa? Il ricorso ai sistemi di intelligenza artificiale come può incidere strutturalmente sui fondamentali della democrazia liberale e democratica?
Secondo Eurostat, circa 359 milioni di elettori nei 27 Stati membri sono chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento europeo tra i 6 e 9 giugno 2024. Poco meno di 21 milioni i first-time voters, ovvero i cittadini che hanno acquisito il diritto al voto dopo le elezioni del 2019. In Italia sono 2,8 milioni.
Il 2024 è l’anno in cui votano ben 76 Paesi, il 51% della popolazione mondiale. Elezioni anche in otto dei dieci paesi più popolosi al mondo, cioè Bangladesh, Brasile, India, Indonesia, Messico, Pakistan, Russia e Stati Uniti. E in 18 paesi dell’Africa, che contribuiscono al conteggio con quasi 300 milioni di aventi diritto al voto, per un totale di 4 miliardi di persone.
È seguito un proficuo dibattito con la partecipazione dei corsisti, dalle riconosciute competenze in varie discipline. L’incontro è stato coordinato da Luigi Ferraiuolo e Stefania Lanni del Collegio di Direzione Polity Design.